Rimini graffiti di Nicola Arcangeli | Recensione di Deborah

 

 

Credevo che il mondo non fosse altro che il mio, con l’oceano di fronte agli occhi e l’esistenza consumata tra la scuola e gli svaghi che solo a Los Angeles del tempo era in grado di regalare. Ero al centro dell’universo, eppure non capivo il mito che Hollywood o Malibù rappresentavano per che ne aveva solamente sentito raccontare.

 

Editore: Clown Bianco Edizioni
Data di uscita: 7 giugno 2018
Pagine: 240
Prezzo: 17.00 €
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Rimini, estate 2012: un omicidio avviene in piena notte ai margini della movida vacanziera. Niente sballo, nessuna droga, solo il ritrovamento sulla spiaggia, all’altezza del Grand Hotel, del cadavere di un vecchio ubriacone, trovato all’interno di un canale murato da decenni e dimenticato dai più. Ma non da tutti. Perché chi conosce Rimini e il suo passato oscuro sa che quell’omicidio ha una storia non raccontata. Leonard Beck è un uomo ormai anziano, che nella vita ha perso tutto ciò che poteva perdere e che ora, a distanza di quasi cinquant’anni, ripercorre le tappe della sua adolescenza, dalla traumatica separazione dei genitori che lo costrinse a emigrare dalla California alla Romagna, fino alla scoperta dell’amicizia, dell’amore e della morte. Tra passato e presente, attraverso i momenti più felici e quelli più neri della sua giovinezza, seguiamo Leonard fino alla scoperta della scintilla di un’antica violenza che è all’origine di verità terribili.Perché spesso il male ha radici profonde.

 

 

 

La tappa di oggi del nostro viaggio ci porta nel nostro paese, più precisamente in una delle mete di punta delle estati italiane, Rimini. Rimini graffiti è il nuovo romanzo di Nicola Arcangeli, si tratta di un giallo tutto italiano, ambientato tra presente e passato. Conosceremo le vicende familiari di tante persone coinvolte in fatti oscuri e misteriosi; afferrate al volo asciugamano e crema solare, si parte!

 

Ci potevi trovare la nobiltà e l’alta borgheisa di tutto il nord Italia, venivano da Milano, da Torino, dalla Svizzera, dall’Inghilterra. E si ballava, c’erano mostre, eventi culturali e di beneficenza. Pensa che un tempo dal Kursaal correva un pontile che arrivava direttamente sul mare, fino a diventare un’enorme piattaforma con una pagoda.

 

Estate 2012. Leonard Beck ha ormai sessant’anni, è una persona solitaria a causa delle proprie scelte compiute durante la vita. Vive la propria placida e monotona vita a Milano, lontano da suo figlio e dalla sua ex moglie; tutto questo prima che una telefonata lo riporterà nella sua Rimini. Viene contattato da un notaio per ritirare un lascito, il defunto è Antonio Pesaresi, grande amico di infanzia con il quale interruppe tutti i rapporti in quella lontana e maledetta estate del 1968. Antonio nel tempo è diventato un ubriacone, il suo corpo fu ritrovato all’altezza del Grand Hotel, precisamente in un canale di scolo murato ormai da decenni, il canale di scolo del Kursaal, edificio storico demolito nel 1947. La morte di Antonio risveglia dolore e sofferenza, ma anche la malinconia e l’oscurità di ricordi rimasti sempre vigili in attesa. Leonard, dopo una breve e nostalgia telefonata con Roberta (ex moglie), nonostante il’idea di non voler tornare a Rimini, decide comunque di partire, sperando però di andarsene presto.

 

I nostri rapporti sono rimasti cordiali nonostante il divorzio; mi piace credere che anche per lei le ferite che ci siamo inferti e il male che ci siamo fatti siano ormai solo un ricordo. Se però penso a questi cinquant’anni di noi, non riesco proprio a non provare rammarico. Rammarico e senso di colpa per la vita che l’ho costretta a vivere.

 

Leonard Beck giunse a Rimini nel dopoguerra quando era solo un ragazzino; fu costretto dalla separazione dei suoi genitori a dire addio a Los Angeles e alla California, per approdare insieme alla madre in una Romagna arretrata e ancora ferita dalla guerra. Posso solo immaginare quanto sia stato terribile per lui abbandonare il proprio luogo di origine, una terra in fermento e continuo sviluppo, i propri amici e la propria famiglia per dover essere costretto a ricominciare in un paese straniero, così lontano e così arretrato. Credo che subire questo trapianto negli anni cinquanta circa debba essere molto più terribile e di impatto rispetto al giorno d’oggi, sono sicura che se fossi stata in Leonard avrei cercato di tornare il più velocemente possibile ad affacciarmi sull’oceano. Leonard con fatica iniziò ad accettare la nuova vita in Italia, piano piano cominciò ad imparare la lingua e farsi degli amici. Conobbe Antonio, Roberta, Emma, Manuela e la bellissima Artemisia, sua sorella Ambra in vacanza a Rimini con la famiglia iniziò così l’estate del cambiamento, insieme ai suoi nuovi amici.

 

Maledetto internet, quanti piccoli paradisi ha ucciso: ha messo tutto a portata di un semplice click eliminando il gusto e l’agonia della ricerca, quello dell’attesa, banalizzando ciò che era un vero e proprio rituale, come la scoperta di un vinile o l’avida lettura di una rivista specializzata. Ha tolto l’anima a ogni cosa. Trattengo il respiro sperando di non piangere.

 

Tra giornate al mare, marachelle, sole e tanto divertimento Leonard e il suo gruppo iniziarono ad avventurarsi verso l’adolescenza, quindi le prime cotte e i primi approcci più fisici; lungo il cammino si presentarono inoltre alcuni problemi non indifferenti. I giorni trascorrevano abbastanza sereni fino a che lui e Antonio si imbatterono sulla spiaggia in tre soggetti molto strani ed inquietanti, proprio all’altezza del vecchio canale di scolo del Kursaal furono attaccati da queste tre figure. Sembravano tre ragazzini all’incirca della loro età, avevano espressioni vuote e spiritate, emettevano versi e latrati inquietanti, erano spacciati se non fosse accorso Fellini a metterli in fuga. Da quel giorno le cose si fecero più oscure, oltre l’amore, l’amicizia ed il divertimento, il gruppo di ragazzi conobbe la morte. La mattina della partenza per il ritorno a Milano Artemisia Mancini fu trovata morta nello scolo del Kursaal, il delitto rimase negli anni impunito e toccò profondamente tutti i giovani, inconsapevoli che anni dopo sarebbe stata strappata alla vita anche un’altra persona.

 

Cerco di riflettere, di comprendere, ma nonostante tutto non capisco. Perché mi ha scritto quella cosa? è la verità? O una delle sue menzogne? Cerco di darmi una risposta, ma se fatico a respirare, figuriamoci a pensare. Calma, Leonard, ritrova un barlume di lucidità, siediti e rifletti. Non lontano c’è una panchina che sembra chiamare il mio culo yenkee.

 

Il giallo è enigmatico e coinvolgente, immerge a 360 gradi nelle vite e nelle menti dei protagonisti. Non è facile dare un volto al colpevole, potrebbe trattarsi di chiunque, ed inoltre tre le varie famiglie si celano segreti che affondano le proprie radici in un lontano passato. Lo stile di scrittura di Nicola Arcangeli è appassionante e davvero molto accurato, si  percepisce il grande lavoro di ricostruzione del passato e la passione per farlo nel migliore dei modi. Tra presente e la rievocazione affascinante del passato costruiremo insieme a Leonard pezzo per pezzo il puzzle dietro a Rimini graffiti.

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Clown Bianco Edizioni per la copia omaggio.

May the Force be with you!
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